Ali di farfalla e materiali grezzi, tra collage e assemblaggio.
Jean Dubuffet ha sempre rifiutato l’idea che l’arte dovesse essere perfetta, raffinata o conforme ai canoni della tradizione, non a caso si è guadagnato la memoria di fondatore del movimento dell’Art Brut (letteralmente “arte grezza“, un movimento che celebra le forme d’arte irregolare, marginale, spontanea e antiaccademica).

Frammenti del reale: il collage di Dubuffet
Con “Paysage aux Argus” (1955), Dubuffet porta il concetto di collage ad un livello inaspettato, utilizzando ali di farfalla per creare un paesaggio che vibra di luce e colore. Un’opera che incarna la sua visione dell’arte come celebrazione della materia grezza e dell’imperfezione. Una composizione in cui raccontare la bellezza e la fragilità del reale.
Dubuffet ha sempre esplorato materiali non convenzionali, e in quest’opera sostituisce i classici ritagli di carta con ali di farfalla iridescenti. Il titolo richiama gli argus, una famiglia di farfalle dai riflessi cangianti, che conferiscono all’opera un’aura magica e inafferrabile. Le ali non sono solo un elemento decorativo, ma un simbolo, un ponte tra arte e natura, tra reale e creazione.

“La vera arte è sempre dove non la si attende“
Dubuffet vedeva nell’arte accademica un’illusione, un’idea ingabbiata dalla ricerca della perfezione. La sua produzione, lo portò a sperimentare con materiali umili: sabbia, catrame, polvere di marmo, insetti. Ogni elemento, anche il più fragile, semplice e quotidiano, ha un valore, proprio come nella natura, dove nulla è superfluo.
In “Paysage aux Argus”, le ali di farfalla trasformano il concetto stesso di paesaggio: non è una rappresentazione mimetica della realtà, ma una composizione che vive attraverso la materia, mutando con la luce e lo sguardo dell’osservatore.
Le farfalle sono simboli di trasformazione e fragilità.
Dubuffet non cerca l’armonia classica, ma un’estetica in continua trasformazione, dove l’arte non è costruzione perfetta, ma riflesso della vita stessa, con le sue irregolarità e i suoi cambiamenti continui.
Il collage di ali di farfalla diventa allora una dichiarazione poetica e sovversiva: invece di dipingere un paesaggio, Dubuffet lo costruisce con frammenti di natura reale, celebrando l’imperfezione come valore artistico. Così come il volo di una farfalla non è mai lineare, ma fatto di movimenti imprevedibili, la sua arte rifiuta le regole per abbracciare il caso, l’istinto e la libertà espressiva.
“Paysage aux Argus” è un paesaggio senza confini, un’opera che ci invita a guardare oltre la superficie, scoprendo la bellezza nell’imperfetto, nel fragile e nel mutevole.

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Alice

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